Le origini del Castrum abatie
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Il caso dell'abbazia di San Salvatore sul Monte Amiata costituisce un fortunato esempio di ricca disponibilità documentaria per i secoli del Medioevo, dato che nel suo archivio sono conservati numerosi atti originali a partire dal secolo VIII.
A fronte di ciò si pone la relativa oscurità che avvolge la storia parallela delle terre prossime alla sede monastica e degli uomini che le abitarono, il cui lavoro quotidiano, peraltro, contribuì in maniera rilevante alla grandezza dell'abbazia medesima.
La prima menzione certa del castello di Abbadia risale al 1194, quando l’imperatore Enrico VI emanò un privilegio mediante il quale confermava al monastero di San Salvatore numerosi possessi, tra cui spiccava il “castrum abbatie cum toto territorio et districtu suo per duo , iliaria circuì circa”. Forse all’epoca il castello era già sede di un robusto comune rurale se solo sette anni dopo, nel 1203, un podestà risultava al vertice della comunità.
E’ difficile stabilire da quanto tempo il castello, che nel 1194 era a capo di un territorio esteso pressappoco per 700 ettari, avesse assunto la fisionomia di un grosso villaggio fortificato.
Nel 1212 gli abitanti del "castrum Abbatie" ottennero una generosa charta libertatis, emanata dall'abate alla presenza dei consoli orvietani. In essa si dichiarava che "a longis retro temporibus, usque ad hoc tempora" la comunità aveva ricevuto dagli abati il permesso di eleggere propri consules.
Inoltre, da alcune deposizioni testimoniali raccolte verso la metà del Duecento risulta che gli abati di San Salvatore "exercuerunt iurisdictionem in dicto castro" da oltre sessanta anni. Ebbene, se le affermazioni contenute nella charta libertatis non possono essere decisive, perché potrebbe trattarsi anche di formule di stile generalmente presenti in atti consimili, ci sembra che le testimonianze sull'esercizio dell'attività giurisdizionale all'interno del castello da parte degli abati rivestano un certo peso per suffragare l'ipotesi di una fondazione risalente a poco prima del 1194.
Secondo Chris Wickham la nascita del castello, infatti, sarebbe da collocare attorno agli ultimi decenni del XII secolo ed appare frutto della consapevole volontà di concentrare la popolazione, precedentemente dispersa in insediamenti minori, anche per organizzare le forme di controllo sui contadini in una fase di indebolimento politico del monastero di fronte ai dinamici gruppi signorili di Radicofani ed alle sempre più pressanti iniziative Orvietane e Senesi.
Tale ipotesi risulta in qualche modo confermata dalla tradizione erudita locale, poiché al momento in cui i monaci di S.Salvatore sentirono la necessità di produrre un falso documento, realizzando una iscrizione datata 998 nella sala capitolare per attestare il proprio dominio sul castello, si rifecero presumibilmente alla radicata convinzione che voleva la popolazione precedentemente distribuita in tre abitati minori:
"Quest'anno 998 che fu anni 256 dopo l'edificazione di quest'abbazia di S.Salvadore i popoli del castello della Piatica, Cala e Piano della Recciola, terre subdite all'abbate da lui chiamate, ricevuto il sito, unitamente fabricorno la nuova terra che per ragione di assoluto dominio si chiamò la terra dell'Abbadia S.Salvadore".
Durante la prima metà del Duecento la rogazione di atti nei portici delle chiese di S.Angelo (1233) e di S.Croce (1246) testimonia che i due edifici religiosi avevano già sede entro il castrum di Abbadia; la chiesa del borgo, intitolata a S.Leonardo, è menzionata nella documentazione solo nel 1296, ma ciò non significa che la sua costruzione sia posteriore a quella delle altre due.
Infatti è certo che il borgo aveva già una propria fisionomia alla fine del Duecento, dal momento che nel 1299 il comune del castello di Abbadia risulta organizzato per terzieri, uno dei quali era rappresentato appunto da quello "di Borgo".
Nel corso del XIII secolo si registrano una crescita della forza del comune rurale, temporaneamente contenuta con l'ingresso nel 1228 dei cistercensi nel governo dell’abbazia, e l’alterna influenza esercitata sul castello ora dal comune di Orvieto, ora da quello di Siena. Nei primi anni del secolo, comunque, gli abitanti del centro erano tenuti in diversa misura ad effettuare prestazioni a favore del monastero ed alcuni di essi, definiti "feudatari", erano obbligati a fornire al signore ecclesiastico servizio armato a cavallo.
Nel 1347, allorché si verifica il definitivo inserimento della comunità nella compagine statale senese, l'abate ed il comune di Abbadia concessero al comune di Siena la facoltà di edificare a sue spese un "casarum seu fortelitiam pro dicto comune Senarum in dicta terra Abatie vel eius districtu in loco videlicet quo ipsi comuni Senarum placuerit", ma non sappiamo se in effetti quest'opera venne mai costruita.
La Bibbia Amiatina
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